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martedì 13 aprile 2010

Il biglietto

Una sensazione di vuoto lo colse nel leggere quel biglietto. Subito pensò che fosse stato meglio non aprirla quella scatola. Leggere il nome di lei e quelle parole rivolte a qualchedun altro gli chiusero la bocca dello stomaco. A colpi di soffici pugni malinconici. Solo due secondi. Fu questo il tempo in cui lui perse l'equilibrio. Poi tutto svanì. Come un imprevisto fuoripista che si risolve per il meglio.
Per riprendersi andò in bagno e fece scorrere litri di acqua gelida sul suo capo. Poi toccò al petto. Con i capelli ancora zuppi d'acqua uscì fuori il balcone e accese la sua ennesima sigaretta. "Cazzo le Pall Mall fanno davvero schifo!" disse mentre tossiva disgustato. E disgustato lo era per davvero, non solo per l'acido tabacco. Finì di inalare la sua dose oraria di nicotina come finì di prendersi per bene una bella broncopolmonite. Lo specchio, giudice della sua figura, lo attendeva severo al rientro. Lo specchio fu schivato immediatamente.
E'da un po' che si allena a schivare, di tutto. Merda e fiori di loto. Sempre con stile, ci mancherebbe altro.
E fu con stile che ripose nella discarica della sua memoria quel bigliettino, come se niente fosse successo. Come se mai niente fosse successo. Sapeva perfettamente di non credere a questa cosa.